In occasione di un imminente viaggio a Praga, ho ripreso tra le mani La metamorfosi, un racconto lungo tra i più studiati e apprezzati del secolo scorso, di cui non è assolutamente necessario fare l’ennesima ripetitiva recensione critica. Perché queste righe allora?
Perché, ogni volta che lascio il mio paese e mi reco altrove – per lavoro, diletto o curiosità, – adoro arrivarci attraverso le parole di chi quel luogo lo ha vissuto, ci ha passato la vita. Praga è stata teatro degli amori e dei lutti di Kafka, delle sue parole, dei suoi drammi. Verso la fine, a un certo punto, Gregor Samsa, il protagonista, avverte dei rintocchi dalla Torre dell’orologio, e questo, almeno a me, comunica molto di più di una guida turistica. Quando sarò lì, di fronte alla stessa Torre cent’anni dopo, e ne sentirò le ore, il mio pensiero andrà al povero Gregor, ridotto a insetto orrido, dolorante in quella stanzetta diventata sgabuzzino. Questa è la potenza enorme ed esatta della grande letteratura: rendere eterni i luoghi, abitarli con i personaggi che in quei luoghi hanno vissuto le loro storie. Ma arriviamo al libro.
“Una mattina Gregor Samsa si svegliò da sogni angosciosi e si trovò trasformato in un mostruoso insetto.”
La storia è tutta qui. In quest’incipit memorabile. E si sviluppa in tre brevi capitoletti. Gregor, commesso viaggiatore, si sveglia insetto. Così, una mattina, senza ragione. E la trama della storia non ha altro da dire, è la vita – o la sopravvivenza – nella sua vecchia stanza di questo nuovo corpo ripugnante.
Come tutti i capolavori, a questa prima lettura di tipo puramente superficiale (ma non per questo poco accattivante), esiste una lettura di tipo diverso, un’interpretazione più sottile, più pungente, tremenda. Lo ammetto, mi era in buona parte sfuggita alla lettura che di questo capolavoro feci in gioventù, a 17 anni.
La questione chiave è: Gregor rappresenta il brav’uomo, di ceto medio, che vive una vita normale e tranquilla. Una mattina diventa un mostro e lui sembra preoccuparsi non tanto della metamorfosi in sé, quanto dell’impossibilità di portare a termine le sue incombenze, i suoi doveri. L’inquietudine è palpabile ed esce fuori dalle righe, aggredisce il lettore come un ladro in una strada buia, di notte. Il monologo, o semi-monologo, di Gregor è caratterizzato da un ripetersi continuo di congetture e ipotesi, ansie e drammi, su cui lo stesso Gregor riflette e a cui cerca risposta. Così facendo, Kafka riversa sul lettore quelle stesse inquietudini.
La metamorfosi si aggancia a un tema profondissimo e di importanza centrale nel pensiero europeo di tutto il secolo scorso. Cosa rappresenta realmente l’insetto? Mentre si legge, si avverte la sensazione chiara che non si tratti solo di una metamorfosi esteriore, non è solo il corpo di un insetto quello in cui Gregor è imprigionato. Riguarda anche l’aspetto interiore, una sorta di metamorfosi del sé. Molto più dolorosa.
Il mostro era già dentro Gregor Samsa. Forse per questo Gregor non si preoccupa molto quando si scopre tale, all’inizio, ma pensa solo a come giustificare l’assenza dal lavoro. Perché lui già si sentiva così prima della metamorfosi corporea. Un mostro “sociale”, definito da regole che non approva fino in fondo, e che invece gli vengono ribadite e imposte dalla famiglia e dal padre su tutti. Un “mostro nascosto” – ognuno di noi ne ha uno, in fondo e in senso lato, – che emerge, esplode, in risposta a quello che la società ci cuce addosso, un mostro che può diventare orrore indicibile.
L’orrore di una famiglia che rifiuta la vera natura di un figlio. In risposta al rifiuto che quel figlio compie nei confronti di una società che non accetta il suo vero io. L’io più intimo e profondo. E lo relega ai margini, e lo considera diverso e ripugnante.
Insomma, una lettura piacevole e straordinariamente moderna, nella quale sono presenti elementi dell’attualità più stringente, che spingono a riflessioni su temi come l’alterità e la diversità, la tolleranza, la comprensione, il rispetto, la violenza. Un racconto sempre attuale, che molti politici di oggi dovrebbero tornare a rileggere, ogni tanto.
La metamorfosi
di Franz Kafka
Il Filo, 2007
Pag. 98
ISBN: 978-88-6185-376-8