Premetto che non amo il personaggio Fedez, la saga dei Ferragnez, la narrazione secondo cui alla fin fine siano una famiglia normale, con problemi comuni, imprevisti, incomprensioni e via così.
Non nascondo che alcuni suoi pezzi all’inizio della carriera mi colpirono molto per la schiettezza dei testi e per un certo tipo di contenuti che, con quel tono lì, mi parvero quantomeno nuovi. Ho apprezzato molto certe battaglie che i Ferragnez hanno portato avanti nel recente passato, senza riuscire mai, però, a fugare dal retrocervello il dubbio che fossero una serie di abili mosse di marketing.
Ma questo c’entra poco. Diciamo che non sono un suo e un loro fan, assolutamente. È innegabile però che, qualsiasi cosa dica lui, o dica sua moglie, ci sia un effetto mediatico incredibile.
Oggi Fedez è riapparso su Instagram dopo un silenzio social innaturale, a sentire chi lo segue con costanza quasi religiosa. Ha pubblicato un lungo video in cui mi sono casualmente imbattuto e che per qualche ragione ho ascoltato integralmente.
In questo video, in cui un paio di volte trattiene a stento la commozione, giustifica la sua assenza dai social con la necessità, avvertita all’improvviso, di prendersi cura della sua salute mentale.
Da quando gli è stato diagnosticato il tumore al pancreas, confessa a un certo punto, si è preoccupato del suo stato fisico e mai, dice, mai della sua salute mentale, trascurandola, inizialmente, e affidandosi poi a degli psicofarmaci molto forti che gli hanno causato tantissimi effetti collaterali al punto da costringerlo a interromperli. Questo lo ha fatto stare ancora peggio, per colpa dell’effetto “rebound”, causato dalla sospensione brusca di psicofarmaci, che gli ha causato violenti dolori muscolari alle gambe, emicranie fortissime, sbalzi umorali, tremori, crisi di pianto.
Al di là dei dettagli della singola esperienza vissuta da Fedez, parlare apertamente di malattia e di salute mentale, di medicinali e di effetti collaterali, di medici con cui decidere una terapia adeguata, di pazienza, di fiducia, di prendersi cura della mente dopo ogni trauma che subiamo – tutti argomenti considerati ancora tabu da molti, – è stato sicuramente qualcosa di molto positivo.
Quel che manca, però, è lo stesso tassello di quando dico che, appunto, non riesco ad accogliere la narrazione dei “Ferragnez famiglia comune”.
Il problema vero della gente comune, infatti, dopo aver superato ostacoli enormi come accettare di avere problemi mentali, e poi di curarsi, e poi di essere costanti nella cura, e poi di monitorarsi continuamente, e poi di chissà che altro, è un altro.
Il problema della gente comune è potersi permettere tutto questo.
Il lusso di occuparsi di sé stessi. Perché questo è: un lusso.
Di questa battaglia sarebbe bello si facesse carico. Allora sì.