– Ci sei domani pomeriggio? FdG presenta il suo nuovo album. In libreria. Alle 18. Non durerà molto, ma secondo me vale la pena.
– Domani? Lavoro. Non so che ora mi si fa purtroppo.
– Come mai?
– Stiamo finendo un lavoro esterno. Dobbiamo concludere perché se piove poi è un casino, consegniamo in ritardo. Io devo sempre fare i conti con Dio, papà e sfiga, nell’ordine che preferisci.
– Ma domani diluvia.
– Lo so, ho visto le previsioni. Ma se anche piovesse, lavoro a casa mia. Devo finire delle cose.
– Eh ma così ci sarà sempre qualcosa.
– Purtroppo sì. Non ho mai tempo per me. Mai. Non c’è un istante, non c’è un giorno che posso staccare da questa routine per qualche ora. Non c’è. Non esiste. Sto scoppiando.
– Fallo, però. Provaci. Pure tu devi provarci un minimo. Domani è un’occasione. Stacchi per le quattro e mezza e vieni in libreria.
– Vediamo. Ma non credo. Però mi rode il culo. Vorrei proprio venire.
– Vieni! Alla fine è un’ora.
– Per mio padre ogni ora non dedicata al lavoro è tempo perso. Pure quando stacchiamo dalla giornata, abbiamo altri lavori da fare a casa, curare il giardino, sistemare la legna.
– Ah, beh, certo. Così però non vivi mai.
– Infatti lui non vive, non ha svaghi. E alla fine si deprime.
– E ti credo. Il tempo che considera perso è la vita.
– …
– No?
– (sospira) Perdi tempo anche per me stasera alla presentazione.
– Non funziona così. Ognuno deve perdere il suo, amico mio.