L’ultimo gesto da padre

Non è stata l’ultima volta che ti ho visto, eppure è questa che mi torna in mente adesso, quando penso a te. Eri tra gli ulivi, era fine giugno. Il sole filtrava tra i rami, ti vedevo incompleto. Avevi addosso una canottiera bianca, in mano una pala e scavavi una buca per un motivo che non ricordo. Forse per un impianto di irrigazione, forse per sfogo.
Ti ho chiamato per il pranzo. Mamma aveva preparato le fettuccine, come una volta, quando eri a casa, quando eravamo famiglia, e ancora non stavi male, e ancora non eri andato via.
Hai piantato la pala. Sei uscito lentamente dalla terra. Hai percorso la salita asfaltata di casa di nonna, il roseto esplodeva di luce.
Io sono rimasto a guardarti. Ho osservato quei movimenti estraneo. Hai guadagnato il piazzale. Mi hai visto. Mi hai regalato un sorriso incauto. Movite, dai! Hai detto. Mi hai messo una mano sulla testa con una dolcezza che non ti attribuivo, come se all’improvviso io avessi avuto di nuovo due anni. Ne avevo venti.
E quel momento, oggi, mi pare strano.
Perché, se penso a te, ti ricordo così? Perché ricordo quell’esatto istante? E non ricordo invece tutto ciò che è stato in precedenza, l’infanzia, i colori, le parole, i giochi di vita, le incomprensioni? Perché non ricordo le tremende settimane successive, la vita che lentamente sfioriva dal tuo corpo – e non dai tuoi occhi vividi, – e l’Italia ai Mondiali di Corea seguita insieme da una sedia di un reparto di oncologia, e Roma così afosa da togliere il respiro, e le grattachecche, i parcheggi improvvisati, il Tevere di latta che scorreva senza fretta e senza fine?
Perché ti ricordo così? E non nei milioni di altri modi possibili?
Forse per quel sorriso, per quella mano in testa. L’ultimo gesto da padre che ricordo, prima che la malattia che poi ti ha vinto ti costringesse a concentrarti su te stesso. L’ultimo gesto da padre, prima di iniziare a ricordarti.
E mi sembra bello, bello quasi da paralizzare, che dopo tutto quello che è successo e dopo tutto questo tempo, io ti ricordi ancora e soltanto con un sorriso.

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