Nella cornice digitale che ho in salone appare una foto di tre anni fa. Era il primo compleanno di mia figlia e avevamo invitato ad una festa pomeridiana tutti gli amici più cari, coi loro pargoli.
Uno di loro è fidanzato da anni con una ragazza ucraina, anch’essa molto amica, da cui ha avuto uno splendido bambino diventato ormai un vero ometto.
All’epoca, tre anni fa, capitó che nei giorni della festa di mia figlia loro ospitassero a casa i parenti di lei: il fratello, la moglie e la loro figlia di 4 anni venuti da LVIV, Leopoli, in vacanza in Italia. Così vennero anche loro a quella festa.
Oggi mi ritrovo ad osservare questa foto che ritrae persone per me praticamente sconosciute nel giardino di casa mia, con tutti i miei amici intorno, a festeggiare mia figlia. Penso a quante cose accadono così, senza volontà di accadere, senza che qualcuno le stimoli, per pura coincidenza. E poi tornano. E poi galleggiano. E si fanno guardare, inerti, a significare qualcosa che magari non capiamo subito, ma che torna, e fa male, e colpisce.
Guardo i loro visi sorridenti, bellissimi, illuminati. Ho saputo che un anno fa sono corsi via dalle loro case, dai loro negozi, dai loro lavori, varcando il confine in tutta fretta, senza bagagli, abbandonando una vita costruita con fatica per una speranza che stentavano a capire. Il padre è rimasto lì, senza nemmeno la possibilità di una fuga. A resistere.
Non voglio entrare nel merito di questioni politiche strette. Non è il senso di questo post, né ho le competenze per dire qualcosa di nuovo che magari non abbiate già letto o ascoltato altrove.
Quel che posso dire però è che questi occhi che ho davanti adesso, che avevo davanti allora, così belli, così vitali, non esistono più. Quelle vite, quelle ambizioni, quei progetti, – per i “fortunati” – sono stati messi in pausa per tempi migliori, per gli altri sono stati definitivamente recisi.
Questo mi sembra un motivo sufficiente per dire che, per qualunque motivo, a chiunque possa anche minimamente sembrare accettabile l’idea di una guerra, beh, no, dai, no.