Va’ a capire come accade, ma avverto, d’un tratto, l’urgenza di contrastare una certa deriva personale con le parole. Quindi riprendo questa rubrica che per mesi ho trascurato.
Ho sempre letto moltissimo, ma ho sempre avuto difficoltà nel condividere le mie numerose letture per quella sorta di riverenza – forse solo una mia insicurezza – che provo verso la scrittura degli altri. O per chissà cos’altro.
Io sono una stanza chiusa, piena di parole meravigliose, di storie, di vite, che marciscono, però, per trascuratezza. La lettura – e per altri versi anche la scrittura – sono luoghi, innanzitutto, e come ogni luogo, per sublimarlo, vanno abitati insieme.
A me piacerebbe condividerli con voi, che seguite questo blog, e renderli occasione di confronto, dibattito, condivisione. Aprire le porte di questa stanza.
Il primo libro che posto è l’ultimo che ho letto. L’altra figlia, del Nobel ’22 Annie Ernaux. Un piccolo gioiellino, comprato per caso prima di Natale e letto in un paio di giorni.
Come tutti quelli della Ernaux, la componente autobiografica è preponderante. La scrittrice francese ci racconta il suo “rapporto” con la sorella maggiore, scomparsa prima della sua nascita.
Il libro diventa quindi un memoir di una persona, una familiare intima, che l’autrice non ha mai conosciuto personalmente, ma solo dalle parole, dai ricordi e dal dolore dei suoi genitori.
Vi lascio con un breve estratto.

Autobiografico
Sinuoso
Universale
Prodigioso
Prezioso
Doloroso
Epistolare
Ma tu non sei mia sorella, non lo sei mai stata. Non abbiamo giocato, mangiato, dormito insieme. Non ti ho mai toccata, abbracciata. Non conosco il colore dei tuoi occhi. Non ti ho mai vista. Sei senza corpo, senza voce, sei giusto un’immagine piatta su qualche foto in bianco e nero. Non ho alcun ricordo di te. Quando sono nata eri già morta da due anni e mezzo. Tu sei la figlia del cielo, la bambina invisibile di cui non si parlava mai, la grande assente da tutte le conversazioni. Il segreto. Sei sempre stata morta. Sei entrata morta nella mia vita nell’estate dei miei dieci anni. Nata e morta come in un racconto, come Bonnie, la figlia di Rossella e Rhett in Via col Vento.