Da massimo esperto italiano di Peppa Pig per diritto acquisito, ho atteso qualche giorno prima di dire la mia.
Ho atteso che si affievolissero le polemiche circa l’episodio in cui Peppa va a casa della sua amica Penny orsetta polare, la quale – oooohsaaaantamadooonnna – ha due mamme.
Cioè non ha un papà e una mamma. Ha due mamme.
E quindi?
E quindi ho letto di tutto in questi giorni. Ho ignorato commenti e interventi da australopitechi. Ho confermato la sensazione del crescente analfabetismo funzionale di questo paese. Ho colto, per la prima volta, anche un violento, esagerato, analfabetismo emozionale, di molti che non sanno cosa provano, non lo sanno dire e non lo sanno nemmeno percepire fino in fondo. Vivono di urla, di slogan, di tag. Di niente. Insomma, un disastro.
Mi sono rattristato.
Qualcuno ha detto che è deviante. Ma deviante rispetto a che? Le parole sono il mezzo con cui conosciamo e trattiamo il mondo. Se non le abbiamo, se non le maneggiamo con cura, siamo più poveri.
Due mamme. Penny ha due mamme.
Ecco, il dramma.
Credo, innanzitutto, che vada fatta una distinzione, una premessa. Un conto è parlare di come un figlio nasce, un conto è di come un figlio cresce. Pare uguale, ma no.
I credenti non perdono occasione per dire che un figlio nasce da spermatozoo e ovulo. Ok, certo. Siamo d’accordo. Ma come cresce? Questa è la domanda. Come cresce? Rispondete, dai. Lo faccio io? No, non ci credo di dover dire che a un figlio, anche un figlio di orso polare, basta l’amore incondizionato. Non ci credo. Nel 2022 no. Basta. Dico davvero. Cercatevi altre battaglie.
Credo, poi, che il fastidio (?) che provate quando vedete scene come questa non è “difesa della famiglia tradizionale”, non è “difesa della nostra cultura”, non è “difesa dei nostri ideali”, è solo medioevo. Semplice medioevo. Provate a chiedere, a chiedervi, se Penny è felice. Magari vi scatta qualcosa.
Credo, infine, che a urlare gli slogan spesso sfuggano i nessi causali, emotivi, politici tra lo slogan di 5 minuti fa e quello che urlate adesso. Quelli che vogliono e si battono per la famiglia “tradizionale” – che aggettivo ridicolo, qui – spesso ne hanno una distrutta. Quelli che parlano di bambini “da difendere, da far crescere in un ambiente normale e sano”, spesso sono gli stessi che urlano di respingerli, affondarli, insieme alla loro mamma e al loro papà tradizionali, prima che mettano piede in questo paese, per cercare un futuro migliore, in un ambiente “sano e normale”. Sono gli stessi.
Io, da massimo esperto di Peppa Pig in Italia, posso dire che la puntata di Penny la vedremo. Io e mia figlia, insieme. E ci piacerà. Sicuro. Come tutte le altre.
Lasciamo il medioevo a dame e cavalieri.